ci sono notti
che non posso
affrontarlo
perdonarlo

e cade tutto
schiantato
sul pavimento
disperazioni sparse
cocci di rabbia

non ci sono tappeti
che possano coprire
tutto questo

è una resistenza attiva
una dichiarazione di intenti
la distruzione
lo schianto

e torno
sempre qui
immerso nel buio
e nella musica
e si disegnano percorsi
nella mia testa
sinapsi di tradimento
associazioni di inganno

cosa ho chiamato
amore
ma soprattutto
cosa ho ascoltato
a quali sussurri
ho teso l'orecchio

e non c'è modo
elegante o poetico
misterioso e velato
per scriverlo
e confessarlo

il soffrire
il cuore che si ferma
decine di volte
in un solo giorno
e non so dove corro
ma corro via

punto A
punto B
e in mezzo una corsa
senza respiro
senza guardare
è tutto dentro

è nello specchio
della mia vista
che io mi scruto
dentro le carni
e vedo tutto
tutto è inciso
in cicatrici

e non guarisco
e ricado
sempre di più
e non voglio 
non voglio più

rovinato
sfigurato
per sempre

cosa
ha preso il posto
di quel brillare
in fondo agli occhi
è la sofferenza
la rassegnazione
di un organo spezzato
usato
abusato
tradito

dove mi ha portato
questa ricerca
di verità
mi ha portato in luoghi
ancora più oscuri
dove gli sguardi
tradiscono abusi
dove le parole
non valgono niente
dove un corpo
non è più carne
ma uno scrigno
pieno di demoni
prosciugato dai fluidi

dove si trova
il senso pratico
dove trovo
l'impersonalità
l'amore facile
la sostituzione

ti basta un respiro
ti basta il calore
ti basta uno sguardo

a volte basta
per spezzare un'anima
senza pensare
senza amare

c'è sempre una scheggia
che io ritrovo
abbastanza appuntita
da sanguinare

e stasera
io ripiombo
nel passato
e non posso fissarlo
non posso correggere
non posso tornare

io non so
non conosco
non ho la verità
mi è stata negata
e questa privazione
mi ha ucciso

ho la follia
dalla mia parte
ho la malattia
da sfidare
ma tutto si risana
tutto si cura
alcol e pillole
per risalire
per camminare
per pedalare

ma non si risale
non si riemerge
da questa palude

chissà
se ti sei fermato
almeno un attimo
e hai pensato
al male
al delitto
che hai perpetrato
per scelta
con ogni tuo passo
con ogni parola
con ogni fluido
con ogni lembo

chi lo sa
quanto resisto

ma stasera
tutto è più scuro
e sono eterno
in questo dolore
eterno
in questo momento
di rabbia e rancore
e non ho passato
non ho futuro

è un trapasso perpetuo
un'estensione del dolore
è un'orgasmo al contrario
e lo posso toccare
e ci posso nuotare
lo posso ingoiare
e calpestare

no
non c'è domani
e nemmeno ieri
ci sono io 
in piedi nella stanza
con la testa piena
lacrime bloccate
e i pugni serrati



Þ

Col sole annientato
sotto l'orizzonte
e la volta invernale
dispiegata
sul mio balcone
nelle città lontane
tra i fiordi ghiacciati

E quando le mandibole
del grande Lupo
lo inghiottiranno
nel giorno finale
avrò già scontato
due
dei tre grandi inverni

Sarò pronto
e armato
lo sono da anni
ma perirò
nella lotta
vincente
ma morente
di fronte agli occhi
del serpente del mare

So che vieni di notte
risalendo le correnti
mentre mi assopisco
su sponde gelate
su rive di soffrire
e pianti negati

E mi avvolgi
nelle tue spire
mi porti al largo
e sempre più giù
sotto, nell'abisso
ed è annegare
ma io so
respirare
perché ho branchie
uguali alle tue
mutazione evolutiva
per filtrare il dolore

Ma io non ricordo...

E poi mi rilasci
allentando la morsa
sulla stessa riva
e i sogni
sono visioni
rivelazioni nella pena
e i risvegli rabbiosi
di sudore freddo
e saliva rafferma

Ma io non ricordo...

Ed eccoli
i tuoi occhi di rettile
un bagliore di pericolo
una visione di morte
una profezia di distruzione

E io ti disprezzo
e ti odio
come si deve fare
con le creature
mostruose
come te
ma ti amo
come l'eroe
ama
la propria nemesi
e soccomberò
ogni giorno
ogni
singolo
giorno
nella sempiterna mia lotta
contro il mio male
costretto a risorgere
puntuale, in orario
per l'ennesimo scontro

Ma io
in realtà
non ricordo

Ricordo le cifre
di un nome breve
un acronimo di allerta
scolpito
dietro la fronte

Esistono memorie
una prosa di resoconti
criptati e nascosti
seppellitti e interrati
prima del processo

Ma io non ricordo
io ho rimosso
l'amore, più del dolore
non c'è traccia
di cose e parole
io ho tenuto
ciò che serviva
per avanzare scavando
in una tana di rancore
diffidenza e follia

E il terzo inverno
passerà insostenibile
ma saprò risalire
da sotto il terreno
con la corazza lucidata
e la scure affilata
vestito di tuono
e di tempesta

Ma io non ricordo
cosa
perché
dove
O meglio
cosa?
perché?
dove?

Io so solo
quando

Perché è un pozzo buio
nella mia esistenza
che ho dovuto datare
a fini statistici
e biografici

Ma io non ricordo
ma so
che ti ho amato
fino alle fine
fino alla morte
la nostra

Ma io so
che ti ho amato
soprattutto
per il laceramento
che mi hai dato
che ho tanto cercato

E forse ti ho amato
perché mi hai reiniziato
al dolore
che nemmeno la morte
il cui viso
così familiare
sapeva più darmi

E il mare si alzerà
e non ci sarà più
confine
con il cielo
nessun orizzonte

Verrà l'ora
poiché chi ha visto
già sa
colei che ha già visto
e dettato
sa anche
che saremo entrambi
a perire

Così come
è sempre stato

Due mire perfette
per conficcare il dardo
la pallottola, la freccia
nel punto scoperto
sotto le corazze
dove le carni
sono vive e calde
e sarà l'ultima
delle ferite
quella mortale
e periremo
io e te

I nostri brandelli
sparsi
rimescolati
dalle maree.