lo senti quell’osso
scivolare nella giuntura
e incastrarsi giusto
e allora sei stabile
in sicurezza
una parete
di piccoli muscoli
lungo la schiena
che ormai
controlli
li senti tutti
le vene si gonfiano
e pensi al respiro
al dolore
sul quale sai
che ti stai buttando
scienza di incastri
perfezione motoria
geometria di corpi
giusto o sbagliato
sono le sole
ed uniche
modalità
è questo rigore
la tua disciplina
che stai perseguendo
ma in fondo sai
che sempre
l’hai avuta
ma quante volte
hai preteso
di trasferirla
su altri corpi
su altri occhi
e allora i giorni
hanno ingoiato
altri giorni
e poi i mesi
inghiottiti
dagli anni
fino a sembrare vero
fino a credere
nell’altro da se
seppure per poco
e adesso lo sai
mentre ti reggi
mentre ti tieni
che hai solo le tue
di braccia e mani
e in quel tempo
quanto hai chiesto
dai loro occhi
dai corpi e dalle teste
eppure sapevi
del poco
che potevi pretendere
e che hai
di fatto
poi ottenuto
ma poi è successo
o meglio
sta succedendo
che ti svincoli
dalla gravità
e ti rannicchi più in alto
e lì
puoi chiudere gli occhi
e rimanerti dentro
sentirti abitare
dentro l’involucro
di ossa e carne
e fuori
non ci sono più
i compromessi
le aspettative
le abitudini
e le troppe parole
ii troppi eventi
che in fondo
non ti interessano
ed ora sei lì
stavolta davvero
chiuso e ritratto
indurito e rotondo
e hai smesso
di chiedere tutto
hai smesso
di parlare
di sederti e brindare
di ascoltare
le esistenze mediocri
che infinite
sarebbero pronte
a sfilarti davanti
ma tu
hai deciso
la spalla è bloccata
la gamba è tesa
i tendini attivi
e solo tu
li comandi
Nessun commento:
Posta un commento